Corking, una fisiopatia provoca danni ingenti sui frutti di albicocche, pesche e susine

Si verifica per lo squilibrio nella disponibilità dei metaboliti nelle fasi di sviluppo. I consigli dei tecnici ALSIA per la prevenzione

Data : Mon Aug 08 12:56:00 CEST 2022

La fisiopatia nota come corking si manifesta sui frutti di albicocche, pesche e susine con sintomi specifici, caratterizzati da suberosità e affossamenti a carico dell’epidermide cui corrispondono nella polpa cavità più o meno estese e tessuti suberificati imbruniti. Il corking può causare perdite di prodotto, dal 30 al 50% in raccolta, e più elevate in fase di post raccolta.

Questa fisiopatia si verifica a causa di uno squilibrio nella disponibilità di metaboliti per lo sviluppo dei frutti e la crescita dei germogli. Nelle primavere fredde, la crescita dei germogli è favorita rispetto al tasso di accrescimento dei frutti e così si creano le condizioni predisponenti per la fisiopatia. Essa è inoltre favorita anche da un eccessivo vigore degli alberi oltre che da abbondanti apporti di azoto, non bilanciati da quelli di elementi strutturali come fosforo, potassio, calcio e microelementi.

I risultati consolidati di specifiche ricerche sulla dinamica di assimilazione degli elementi nutritivi indicano che il calcio è accumulato nei primi stadi di sviluppo del frutto per ciliegie, mele, kiwi e uva da tavola. Al contrario, il pesco, grazie alla capacità di mantenere significativi tassi di traspirazione, continua ad assimilare il calcio nel frutto fino alla raccolta. Gli effetti di somministrazioni di calcio per via fogliare sono però insufficienti e poco significanti per l’accumulo di questo elemento; sono invece riportati casi in cui i formulati a base di calcio distribuiti per via fogliare, a causa di impurità da metalli pesanti – ferro, rame, alluminio presenti nelle formulazioni commerciali, possono contribuire ad una decolorazione dell’epidermide dei frutti di pesco e nettarine. È preferibile quindi la somministrazione per fertirrigazione di composti a base di cloruro di calcio o ossido di calcio.

Un altro elemento coinvolto nel fenomeno del corking è il boro, che di solito si pensa sia importante prevalentemente nella fase di fioritura ed allegagione. Il boro interviene in molte funzioni della pianta quali: formazione della parete cellulare per stabilizzazione dei complessi a base di calcio, sintesi, trasporto e accumulo di zuccheri, metabolismo delle sostanze fenoliche, gestione del consumo idrico, fecondazione dei fiori favorendo la formazione e la germinazione del polline, nonché lo sviluppo del tubo pollinico.

L’assorbimento di boro da parte delle piante dipende dalla concentrazione dell’elemento nella soluzione del suolo, dalla permeabilità della membrana cellulare, dalla capacità interna di trasporto e dall’entità di traspirazione della pianta.  La carenza e/o scarsa assimilabilità di calcio e boro, associata al verificarsi con elevate temperature è la causa più probabile dei diffusi fenomeni di corking dei frutti che si segnalano in differenti areali. Questa convinzione è suffragata dal dato che, in frutteti adiacenti dove si coltivano le stesse varietà, coltivati con una gestione nutrizionale ed agronomica corretta, il fenomeno non appare.

Per il controllo delle fisiopatia è fondamentale basare i piani di nutrizione sugli esiti delle analisi del terreno e sulla diagnostica fogliare, somministrando e distribuendo tutti gli elementi nutrizionali in relazione ad andamenti climatici, fasi fenologiche ed esigenze della specie.

Inoltre è importante evitare eccessivi apporti di azoto e non trascurare l’apporto di elementi quali calcio e boro di solito ritenuti meno importanti sulla qualità dei frutti. Infine è opportuno ottimizzare la gestione della chioma con puntuali interventi di potatura verde.

Michele Troiano

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