Questo mese ha manifestato tutta la variabilità climatica della primavera. Anzi, negli ultimi giorni del periodo, flussi di aria fredda e di origine artica hanno profondamente influenzato il clima regionale e dell’Italia meridionale. Per quanto riguarda la pioggia, dopo un febbraio praticamente “asciutto”, le precipitazioni hanno interessato tutto il territorio, con importanti effetti benefici non solo per l’agricoltura ma anche per gli invasi regionali.

La temperatura media mondiale è stata superiore al periodo di riferimento 1991-2020 di 0.51°C, con l'Europa meridionale, centrale e la Russia sud-occidentale tra le aree più calde del pianeta (fig. 1).

Figura 1. Anomalia della temperatura di marzo 2023 in Europa (Fonte: Copernicus)

A scala nazionale, le elaborazioni del CNR-ISAC evidenziano un surplus termico, sempre rispetto al periodo di riferimento 1991-2020, di 1,13°C, con il sud ancora una volta molto meno caldo rispetto al nord Italia (fig. 2). Differenze importanti anche dal punto di vista pluviometrico (fig. 3, 4).

Figura 2. Anomalia della temperatura di marzo 2023 in Italia (Fonte: CNR-ISAC)

Figura 3. Precipitazioni cumulate al Nord Italia nel periodo gennaio-marzo 2023 (Fonte: CNR-ISAC)

Figura 4. Precipitazioni cumulate al Sud Italia nel periodo gennaio-marzo 2023 (Fonte: CNR-ISAC)

A livello regionale, come già detto, l’andamento climatico è stato tipicamente primaverile con alternanza di giornate miti ad altre molto più fredde e invernali. Le giornate più calde sono state registrate nella seconda settimana del mese, con evidenti cenni di primavera, in quanto le temperature medie hanno superato i valori stagionali anche di 5°C, con un sensibile aumento delle temperature massime e minime giornaliere. Un’altra fase relativamente calda e stabile è stata registrata nella terza decade. Tuttavia, il transito di numerose perturbazioni hanno causato piogge, spesso a carattere temporalesco con brusche riduzioni della temperatura (tabella n. 1).

Tabella 1. Dati medi marzo 2023 (Fonte Servizio Agrometeorologico Lucano – ALSIA)

Numerose sono state le giornate con temperature al di sotto della media stagionale, circa quindici, e alcune anche particolarmente fredde, come quelle dal 16 al 20 e dal 28 al 31 in cui i deficit termici dai valori stagionali hanno superato i 4°C. Del resto, come riportato in tabella n.1, le temperature minime, sono state negative in tutti gli areali tranne il Metapontino, mentre le temperature massime hanno superato i 20°C solo nelle località del versante orientale della regione.

Per fortuna, la gelata del giorno 29 non è stata particolarmente intensa, per cui non dovrebbe aver causato danni importanti alle colture, in quanto lungo la valle del Bradano e nel Metapontino le temperature minime sono scese sotto lo zero per 4-5 ore.

Dal punto di vista pluviometrico, marzo è stato molto più “generoso” di febbraio (fig. 5), poiché ci sono state numerose giornate di pioggia (da cinque a dieci), con quantità cumulate di poco inferiori ai valori stagionali (-8%), con deficit leggermente più elevati solo sul versante tirrenico e area appenninica (tabella n. 1). Da segnalare le precipitazioni a carattere nevoso nelle aree interne dell’Appennino tra il 3 e 5 marzo.

Figura 5. Mappa delle precipitazioni cumulate a marzo in Basilicata (Fonte: Osservatorio Meteorologico Lucano)

Dal punto di vista agronomico, gli sbalzi termici e le forti raffiche di vento hanno avuto effetti negativi sia sul calendario di maturazione delle colture protette, sia sulla fioritura delle colture arboree. Colture queste, che hanno risentito anche dell’alternanza delle giornate miti ad altre molto più fredde, con effetti sulla scalarità e sul buon esito dell’impollinazione. Particolarmente utili sono state le piogge per le colture cerealicole, in quanto cominciavano a manifestare i primi sintomi da stress idrico dopo un febbraio molto siccitoso. Il fabbisogno delle ore in freddo nell’area del Metapontino, pur se inferiore alla media e cumulatosi dalla seconda decade di gennaio in poi, può ritenersi soddisfacente per le necessità fisiologiche delle colture arboree, in quanto sono stati totalizzati oltre 1.450 unità di freddo e 670 ore inferiori a 7°C. Per i dettagli delle singole località consultare la tabella n. 2.

Tabella 2. Ore di freddo (dati aggiornati al 31/03/2023, data inizio calcolo 01/12/2022)

Ulteriori approfondimenti di tipo agrometeorologico sono disponibili sul portale ALSIA, nelle sezioni TEMI e SERVIZI.