Alberto Angela visitatore a sorpresa delle Tavole di Eraclea
La conferma arriva dal Museo della Siritide. Nella mostra anche documenti dell'Archivio storico Alsia
Data : Fri Feb 21 18:53:00 CET 2020
Doveva essere una visita privata, ma al tempo dei social è difficile mantenere “segreta” la presenza al Museo archeologico nazionale della Siritide di Alberto Angela. E così è bastato pubblicare su Facebook un selfie con il divulgatore scientifico più amato della tv, a far partire il tam tam mediatico e a costringere la direzione del Museo di Policoro, dopo l’iniziale riserbo, a confermare la notizia.
“Ebbene sì, oramai è di dominio pubblico – si legge sulla pagina Facebook ufficiale- il noto divulgatore scientifico Alberto Angela è stato in visita, due giorni fa, al Museo archeologico nazionale della Siritide! Una visita privata che ha voluto fare in anonimato per godere del ricco patrimonio esposto, su cui si è soffermato a lungo incuriosito dalla ricchezza della storia antica locale.
Ma soprattutto è stato colpito dall’allestimento e dai reperti esposti nella mostra "Le Tavole di Eraclea. Tra Taranto e Roma", ideata e organizzata dalla Direzione Regionale Musei Basilicata. Chissà che questa visita non sia il presupposto di un progetto più ampio”.
La mostra, che può essere visitata fino al 7 giugno 2020, tutti i giorni dalle ore 9 alle 19 e il martedì dalle ore 14 alle 20 con ticket d’ingresso, ripercorre la storia di Eraclea tra la fine del IV sec. a.C. e il I sec. a.C., delineata attraverso le due tavole scoperte nel 1732, diventa l'occasione per aprire una riflessione sul fenomeno più recente della Riforma Fondiaria degli anni ‘50 del secolo scorso. In esposizione, insieme al materiale arrivato a Policoro dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli e dal Museo Archeologico Nazionale di Taranto, anche documenti dell'Archivio storico messi a disposizione dall'Alsia. Documenti che per diversi aspetti rivelano inattese similitudini con le dinamiche che traspaiono dalle Tavole, ponendole in parallelo con il concomitante avvio delle esplorazioni archeologiche nell’area grazie all’azione instancabile di Dinu Adamesteanu.
Margherita Agata