Luci e ombre per il pomodoro da industria in Basilicata

Il consuntivo fitosanitario delle annate 2018 e 2019 presentato dall'ALSIA in un incontro dell'AIPP a Foggia con le altre regioni del Centro-Sud
didascalia.

Loredana Lanzellotti in un momento dell'incontro dell'AIPP a Foggia.

Data:Mon Nov 25 01:00:00 CET 2019

I giovedì dell’AIPP: una serie di appuntamenti itineranti di alto livello, a cadenza biennale, quelli messi in piedi dall'Associazione Italiana Protezione delle Piante, per favorire il confronto tra i soggetti responsabili delle linee tecniche di difesa fitosanitaria operanti nelle singole regioni italiane. E così è stato anche per il pomodoro da industria, il 31 ottobre scorso a Milano per le regioni del nord Italia, e il 17 ottobre a Foggia per quelle del centro-sud Italia.

L’obiettivo principale di questi incontri, che troveranno una sintesi nelle Giornate fitopatologiche previste a Bologna dal 3 al 6 marzo 2020, anche in questo caso è stato quello di redigere un bilancio fitosanitario nazionale del pomodoro, favorendo il confronto delle esperienze maturate nell’applicazione di strategie di difesa fitosanitaria, oltre che di monitorare l’andamento epidemiologico, e di evidenziare eventuali sospetti di resistenza o di cali di efficacia dei prodotti fitosanitari impiegati.

All'incontro di Foggia, tenutosi presso il CREA-CI (Centro di Ricerca per la Cerealicoltura), hanno partecipato i rappresentanti di Basilicata, Campania, Molise e Puglia. Le 4 regioni coinvolte hanno concordato nel riconoscere negli eriofidi e nelle batteriosi le emergenze fitosanitarie del pomodoro del biennio 2018-19. Gli aspetti climatici con primavere fresche e piovose, mesi estivi caldi e siccitosi, ma anche con sbalzi termici importanti, hanno caratterizzato le due campagne agrarie e le fitopatie che le hanno accompagnate. Tutti i relatori hanno sottolineato l’importanza di un corretto e attento monitoraggio degli insetti ed in particolare delle nottue fogliari e delle tignole, la cui presenza è risultata più problematica in Campania nel 2019 come si evince dalla presentazione di Flavia Tropiano, dell’Ufficio fitosanitario regionale. Per le altre regioni invece, questi lepidotteri non hanno costituito un reale problema grazie a una strategia di controllo corretta che muove proprio dai campionamenti i quali consentono di seguire il ciclo biologico di questi insetti per arrivare al corretto posizionamento della sostanza attiva, divenuta sempre più selettiva e tecnica. 

Agostino Santomauro, dell’Osservatorio delle Malattie delle Piante di Bari, ha puntato l’attenzione su alcuni aspetti del PAN (Piano d'Azione Nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari), sulla riduzione del numero di sostanze attive di sintesi e la qualità delle stesse, nonché sulla necessità di una visione più ampia delle strategie di controllo, non disdegnando i fitofarmaci definiti “alternativi” di origine naturale. Per la Campania, Flavia Tropiano, evidenziando la scarsa efficacia delle strategie di controllo della Tuta absoluta, in alcuni areali della sua regione, denuncia l’insorgenza di alcuni fenomeni di resistenza verso alcuni insetticidi e la necessità di rispettare le prescrizioni riportate nei disciplinari. Pardo Tarasca, del Servizio fitosanitario della Regione Molise, confermando la situazione fitosanitaria già presentata dagli altri relatori ha posto l’attenzione sulle buone pratiche. Hanno arricchito la mattinata gli interventi del Prof.  Salvatore Germinara (Università di Foggia), che ha sottolineato l’importanza e la modalità del monitoraggio per la gestione della difesa dalle nottue, il dott. Maurizio Vurro (Cnr di Bari), sulla problematica delle Orobanche, e il prof. Enrico De Lillo (Università di Bari), sulle strategie di controllo degli acari e degli eriofidi. 

Loredana Lanzellotti, responsabile dell'Azienda sperimentale dimostrativa dell'ALSIA "Gaudiano" di Lavello (PZ), in riferimento ai monitoraggi ha sottolineato la necessità di migliorare la collaborazione tra tecnici pubblici e privati, per rendere efficace l’azione previsionale e l’applicazione di modelli nelle strategie di difesa integrata, conformemente alle indicazione del PAN. Nel suo intervento riguardo al consuntivo in Basilicata, ha sottolineato come l'andamento climatico dapprima secco in aprile, e poi particolarmente piovoso del maggio 2018, abbia reso difficile la preparazione dei campi destinati al trapianto di pomodoro: pertanto nei terreni più stanchi si è manifestata la presenza di Pyrenocheta lycopersici, agente della lignificazione suberosa delle radici. Laddove la solanacea è stata trapiantata precocemente si è registrata la presenza di marciumi al colletto (Pythium spp. e Phytophtora spp.) oltre che infezioni alla parte aerea determinate da batteri (Pseudomonas syringae pv. tomato) e funghi Phytophtora infestans.

Sui campi a trapianto tardivo in prossimità di aree incolte con presenza di corpi idrici superficiali e di convolvolo (ospite del vettore), ha aggiunto Lanzellotti nel suo intervento, si sono rilevati danni da Stolbur. Nei terreni più stanchi si è rilevata la presenza di Orobanche. Le condizioni di caldo asciutto di luglio hanno favorito la presenza di focolai di Eriofidi (Aculops lycopersici) che stanno soppiantando i classici acari tipo ragnetto rosso, rappresentando una vera emergenza. Si è registrata inoltre la presenza di limitati attacchi su bacche da Tuta absoluta e nottue fogliari (Helicoverpa armigera), ben controllate a seguito di un attento monitoraggio con trappole a feromoni; nuove infezioni di peronospora sono comparse a metà agosto in seguito ai violenti temporali mentre la Botrytis cinerea si è presentata in prossimità della raccolta nella seconda decade di settembre.

L’andamento climatico del 2019 - ha poi spiegato Loredana Lanzellotti - è stato più favorevole alla coltivazione della solanacea che in realtà ha fatto registrare produzioni anche superiori alle attese. Le temperature di maggio, al di sotto della media storica stagionale, ha determinato il posticipo dei trapianti. Il caldo e l’umidità degli inizi di giugno hanno favorito la cospicua presenza di afidi; nei campi con ristagni idrici sono state segnalate fallanze in post trapianto dovute a Pythium spp e Phytophtora spp. La presenza di umidità in fase di trapianto su campi in rotazione con le brassiche hanno evidenziato danni da elateridi. Anche quest’anno c’è stata la presenza di Stolbur sui trapianti tardivi e di eriofidi (Aculops lycopersici) a partire dalla terza decade di giugno, a conferma della necessità di un attento monitoraggio dell’acaro. A partire dalla seconda quindicina di luglio sono state segnalate alternariosi e septoriosi su foglie e in seguito sui frutti più prossimi al terreno per il microambiente caldo-umido.

Gli eventi grandinigeni e le abbondanti piogge registrate nel periodo ferragostano hanno aperto la via alle infezioni batteriche e fungine. Nella fase finale del ciclo colturale in seguito alle piogge e all’aumento di intervallo di tempo tra i trattamenti, la peronospora (P. infestans) ha causato danni laddove vi è stato un calo di attenzione degli agricoltori che a volte accompagna la fine del ciclo colturale.

Nel corso dell'incontro di Foggia, da segnalare anche gli interventi di Salvatore Germinara (Università di Foggia), che ha sottolineato l’importanza e la modalità del monitoraggio per la gestione della difesa dalle nottue, il dott. Maurizio Vurro (Cnr di Bari), sulla problematica delle Orobanche, e il prof. Enrico De Lillo (Università di Bari), sulle strategie di controllo degli acari e degli eriofidi. 

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