Il racconto del territorio diventa un esperimento sociale
In Emilia Romagna, un progetto dell'Osservatorio del Paesaggio per descrivere i luoghi del cuore e la trasformazione delle comunità
Data:25 May 2020
Raccontare un territorio attraverso quello che rappresenta e ciò che consente di osservare a occhio nudo può trasformarsi in un esperimento sociale. E' quello che è avvenuto in Emilia Romagna, dove l'Osservatorio regionale ha promosso un progetto per una vera e propria mappatura dei territori coinvolgendo tre aree e 14 Comuni dai quali trarre il racconto condiviso che passa attraverso la descrizione dei luoghi-simbolo, ma anche dalla segnalazione di criticità.
A illustrare i punti cardine del progetto, che ha dovuto modificare i tempi di attuazione per l'emergenza coronavirus, è Anna Mele, responsabile dell'Osservatorio per la qualità del Paesaggio della Regione Emilia Romagna. “Il progetto è nato dalla volontà dell'Osservatorio regionale, nato poco meno di due anni fa, che ha il compito di attuare i principi fissati dalla Convenzione europea del paesaggio e di analizzare le criticità dei territori – spiega. L'Osservatorio regionale ha ereditato l’attività di formazione tecnica sul paesaggio svolta dalla Regione dal 2006, con la realizzazione del corso di formazione tecnica in collaborazione con l'Università di Parma, componente del Comitato scientifico dell'Osservatorio, e adesso sta attivando progetti per promuovere la nascita di Osservatori locali del paesaggio nel territorio regionale”.
A settembre dello scorso anno fu lanciata una Manifestazione di interesse alla costituzione di Osservatori locali, che vide la partecipazione di 42 aree territoriali, sia attraverso enti locali che organizzazioni di vario genere. L'idea è legata a due progetti: il primo, già svolto nel 2019 in due Unioni di Comuni (Bassa Reggiana e Reno Galliera) basato su un processo partecipativo che ha approfondito il rapporto fra paesaggio e difesa del suolo. Il secondo progetto, sempre diretto a veicolare la nascita di Osservatori locali, è basato su un'impostazione diversa, che ha consentito di individuare tre aree: due Unioni di Comuni, l’Appennino reggiano e la Valle Savena-Idice, e un’area del basso corso della Valle del Ronco-Bidente, quest’ultima partita dalla richiesta di alcuni Comuni che si sono riuniti presentando insieme la proposta. Da Forlì a Forlimpopoli e Bertinoro, il gruppo di comunità ha fornito un segnale importante che indica l'attenzione delle comunità a investire non solo in un approccio estetico, ma anche nella lettura complessiva di ogni singolo luogo.
“La risposta che abbiamo ottenuto ci ha motivati – prosegue Anna Mele – e ha dimostrato che sul tema del paesaggio in tutti questi territori c'è molta vivacità. L'argomento infatti è stato affrontato anche intendendolo come luogo da vivere, che fornisce una qualità di vita migliore alle persone. Il nostro obiettivo d'altronde è sviluppare un nuovo rapporto fra territorio e comunità attraverso le istituzioni”.
Il progetto è riuscito a segnare alcuni dei suoi passaggi centrali, prima del lockdown legato all'emergenza sanitaria. “Siamo riusciti a sottoporre un questionario a tutti i cittadini delle aree interessate – prosegue – concludendo la prima fase di raccolta delle proposte. Ogni Comune ha ricevuto i contenitori per raccogliere i questionari cartacei, ospitati in luoghi come le biblioteche, le scuole, i centri giovani o gli Urp, gli Uffici relazioni con il Pubblico, siti nei quali i cittadini passano anche quotidianamente, ma che ha subito gli effetti negativi della chiusura a causa della pandemia. Per fortuna il progetto aveva previsto la possibilità di compilazione on-line dei modelli, e questo è stato molto utile nel periodo dell'emergenza. Il questionario contiene riferimenti ai luoghi-simbolo del proprio paese e ai luoghi del cuore di ogni cittadino, e i risultati non si sono fatti attendere: le risposte infatti sono state oltre 400, spesso corredate da immagini per descrivere con maggiore precisione i territori. Il rapporto con le comunità, per noi, è centrale per la gestione e lo sviluppo dei territori, anche per il ruolo che possono svolgere nella redazione dei nuovi piani urbanistici in attuazione della L.R. n. 24 del 2017, in particolare per progettare strumenti che mirino alla riduzione del consumo del suolo e che siano all'insegna della rigenerazione territoriale, nei quali il paesaggio diventa architrave di questa nuova cultura normativa, essendo il luogo più naturale di confronto”.
“La fase successiva aveva previsto laboratori nelle scuole, che però sono stati sospesi dagli effetti del coronavirus – aggiunge Anna Mele - Questo passaggio ci avrebbe consegnato una mappatura significativa, confrontata con le giovani generazioni. Naturalmente il processo è solo sospeso, e stiamo elaborando idee per svilupparlo in altro modo e arrivare comunque alla terza fase che dovrebbe portare, fra settembre e ottobre, a svolgere attività nei territori”.
La pausa forzata, quindi, non ha cancellato il progetto. “Sarà necessario, a questo punto – conclude Anna Mele - comprendere cosa accadrà nei prossimi mesi. Per il momento stiamo pensando di riaprire i termini della compilazione dei questionari cartacei, almeno per un paio di settimane, vista la rinnovata possibilità di accedere ai luoghi di raccolta. L’obiettivo finale sarà la costituzione di Osservatori locali per il paesaggio in questi territori, che potranno così confluire nella Rete regionale, costituendo così i centri di interesse e di riflessione sul territorio in tema di paesaggio ”.