Il censimento degli "alberi padri fruttiferi" della Basilicata

Il progetto ALSIA FiNoPoM valorizza un patrimonio intergenerazionale unico di piante da frutto, tra le più vecchie scientificamente datate su tutto il pianeta
didascalia.

Pianta secolare di gelso censita durante il progetto di ricerca.

Data:Tue Nov 15 12:54:15 CET 2022

Gli alberi antichi sono un patrimonio intergenerazionale che raccontano la storia degli ambienti naturali o colturali. Tuttavia, se nelle foreste vetuste come nel caso delle faggete di Cozzo Ferriero e Pollinello - patrimonio mondiale dell’umanità - l’assenza delle attività antropiche ha permesso la genesi e conservazione dei patriarchi, al contrario nel paesaggio agrario gli antichi alberi fruttiferi sono arrivati ai giorni nostri in conseguenza di una scelta colturale che ne ha garantito la vita nel corso dei secoli. In un’epoca di cambiamenti globali, mappare la distribuzione di foreste vetuste e degli alberi monumentali, inclusi i padri dei fruttiferi, diviene sempre più un’azione prioritaria nella transizione ecologica per garantire la conservazione della biodiversità naturale o colturale.

ALSIA in collaborazione con l’Università degli studi della Tuscia ha attuato, all’interno del progetto “Conservazione e caratterizzazione di antiche varietà di fico, nocciolo e pomacee della Basilicata – FiNoPom”, il “Censimento degli alberi padri dei fruttiferi della Basilicata”. Un'iniziativa, quella del censimento dei "grandi vecchi" da frutto, che richiama e integra l'elenco dei 137 alberi monumentali di particolare interesse paesaggistico e naturalistico, aggiornato dalla Regione Basilicata con Decreto del Presidente della Giunta n. 140 del 17 luglio 2019. Con l’avvento della moderna frutticoltura, basata su sistemi colturali intensivi, ecologicamente semplificati, dove la produttività è spinta ai limiti della sostenibilità ambientale, vengono da anni privilegiate solo poche varietà. Insieme con l’abbandono delle terre marginali, non meccanizzabili o comunque scarsamente produttive, si sta così determinando una profonda trasformazione dei nostri paesaggi storici mediterranei. Va sottolineato come tali cambiamenti nell’uso del suolo stiano determinando ormai da decenni la perdita di migliaia di varietà/ecotipi di fruttiferi portatori di genomi unici in quanto selezionati nel corso dei secoli anche per caratteristiche di frugalità, rusticità e lungo ciclo di vita. Nonostante ciò, ancora oggi antichi alberi da frutto sopravvivono in diversi fondi aziendali, nei frutteti familiari, o in aree marginali semi-abbandonate ai limiti del bosco. Oltre all’interesse nella conservazione del germoplasma, questi patriarchi da frutto offrono a numerose piante ed animali i microhabitat indispensabili per la loro vita, garantendo così la conservazione della biodiversità negli ecosistemi agro-forestali. Di fronte la crisi ambientale, conservare e rinnovare nel paesaggio agrario questi Hub di biodiversità diviene un’azione sempre più urgente a cui il nostro Paese da anni sta prestando una particolare attenzione come dimostrato dalla normativa nazionale sugli alberi monumentali (Legge 10 del 14 gennaio 2013 - e della Legge n. 194 del 2015 sulla biodiversità di interesse agricolo).         

Da queste premesse ha tratto origine il progetto di ricerca “Censimento degli alberi padri dei fruttiferi della Basilicata” condotto in stretta sinergia tra ALSIA e DEB (Dipartimento di Scienze Ecologiche e Biologiche) dell'Università degli studi della Tuscia, in collaborazione con il centro di ricerca del CEDAD (CEntro di Fisica applicata, DAtazione e Diagnostica) dell’Università del Salento per le datazioni al radiocarbonio. Obiettivo dello studio è stato quello di condurre una prima ricognizione e analisi dendrologica – ossia dell’età e delle caratteristiche distributive e dimensionali - dei patriarchi da frutto miracolosamente sopravvissuti nei paesaggi agrari, dalla costa alla montagna lucana, ai profondi cambiamenti culturali e colturali. La ricognizione ha permesso di rinvenire, censire e descrivere 170 vecchi e vecchissimi patriarchi di castagno, carrubo, fico, noce, melo, gelso, ulivo, ciliegio, pero e sorbo appartenenti a diverse specie e generi (Castanea; Ceratonia; Citrus; Ficus; Juglans; Malus; Morus; Olea; Prunus; Pyrus; Sorbus), distribuiti sulla base delle differenti esigenze ecologiche ed interesse colturale su buona parte della Basilicata. Per ognuno di questi esemplari è stata realizzata una specifica scheda anagrafica, descrittiva della ubicazione, dimensione e stato vegetativo, comprensiva di album fotografico. Per gli alberi con marcate caratteristiche di vetustà sono state inoltre eseguite analisi mirate a determinarne l’età con metodo scientifico. Ove possibile sono state prelevate delle carotine legnose per essere sottoposte nel laboratorio di dendroecologia dell’Università della Tuscia alla misurazione degli anelli annuali di accrescimento al fine di determinare in modo esatto l’età dell’albero e descrivere lo stato di crescita (Grafico 1).

Grafico 1. Curva di crescita di ampiezze anulari e area basimetrica (indicatore del vigore vegetativo) di un pero signora (Pyrus communis L.) di oltre 100 anni. 

 Nel caso invece di alberi più antichi, caratterizzati da legno marcescente e cavo, sono stati prelevati dei campioni di legno all’interno delle cavità del fusto. La datazione al radiocarbonio presso il Cedad dell’Università del Salento ha identificato come fruttiferi più annosi ulivi, castagni, gelsi e peri. Si tratta di esemplari plurisecolari, spesso al di sopra dei 500 anni, risalenti addirittura al tardo Medioevo o al Rinascimento, diversi dei quali coevi di Cristoforo Colombo. Possiamo, quindi, affermare che la Basilicata detiene un patrimonio unico di alberi da frutto, tra i più vecchi scientificamente datati su tutto il pianeta. Questi annosi alberi vegetano, a volte anche in modo rigoglioso, e fruttificano tutt’oggi: alcuni sono maestosi, con tronchi possenti e ampie chiome come nel caso del castagno rinvenuto nel comune di Lagonegro (PZ) con una circonferenza a petto d’uomo (1.30 m) di 7.75 m o dell’olivo censito nel comune di Ferrandina (MT) con 8 m di circonferenza; altri invece, in particolare peri, gelsi e viti potrebbero passare inosservati all’occhio del non esperto (Figura 1).

Gli antichi patriarchi da frutto oltre a caratterizzare la bellezza dei paesaggi agrari, rappresentano degli hotspot di biodiversità dal valore inestimabile. Detengono una biodiversità genetica unica, selezionata nel corso dei secoli e sopravvissuta al moderno miglioramento genetico finalizzato a incrementare la produttività a discapito di altri caratteri quali ad esempio longevità e plasticità. Gli antichi fruttiferi sono stati, infatti, capaci di resistere ai cambiamenti climatici dal periodo caldo medievale alla piccola era glaciale e quindi al riscaldamento globale in corso. Hanno, inoltre, risposto per secoli agli attacchi di insetti e patogeni e fornendo cibo a generazioni di nostri antenati. Sono davvero un patrimonio intergenerazionale che dobbiamo curare per le future generazioni preoccupandoci di conservarli e propagarli nei territori agrari.

Le informazioni relative a tutto il materiale rinvenuto e studiato sono state inserite in uno specifico data base accessibile dal web in cui sarà possibile visualizzare su mappa la distribuzione degli alberi da frutto censiti. A breve, infine, la ricerca sarà oggetto di un fascicolo divulgativo.

 

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Agrifoglio n. 111 -  

Temi
AASD Pollino-Rotonda FINoPM
Autori
Michele Baliva

Dipartimento di Scienze Ecologiche e Biologiche, Università degli Studi della Tuscia, Viterbo

Domenico Cerbino

ALSIA

Nicola Sassone

ALSIA

Gianluca Piovesan

Dipartimento di Scienze Ecologiche e Biologiche, Università degli Studi della Tuscia, Viterbo

Le donne vittime di violenza e stalking attraverso il numero verde 1522, promosso dalla Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per le pari opportunità, attivo 24 ore su 24 e accessibile da tutto il territorio nazionale, possono chiedere aiuto e sostegno nonché ricevere informazioni. L'assistenza telefonica consente un graduale avvicinamento ai servizi con assoluta garanzia di anonimato.
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