Fitofagi e virosi del Peperone di Senise

Un’indagine dell’ALSIA sulla situazione in campo per alcune avversità della solanacea nell’area IGP
didascalia.

Campo di peperoni di Senise.

Data:Tue Mar 08 14:53:26 CET 2022

Il peperone di Senise è un ecotipo locale coltivato nella valle del Sinni ed è sicuramente il prodotto trainante tra quelli presenti in tale territorio, sia per le produzioni conseguite che per la sua tipicità. Si sa poco sull’origine di questa popolazione locale di peperone se non che, come altre solanacee, sia arrivato dalle Americhe. Nel corso dei secoli, grazie ad una attenta selezione da parte degli agricoltori locali, ed alle condizioni pedoclimatiche e naturali del bacino di coltivazione, ha sviluppato caratteristiche  organolettiche uniche.

Come si evince dal disciplinare di produzione del prodotto IGP (Indicazione Geografica Protetta), la denominazione "Peperoni di Senise" è riservata a tre tipi morfologici che fanno parte della medesima popolazione:

  • Appuntito
  • Tronco
  • Uncino

Il tipo appuntito, chiamato comunemente “a corna di toro” è quello prevalente. La forma particolare delle bacche, il basso contenuto di acqua, la leggera e resistente cuticola esterna e la polpa molto sottile, lo differenziano dagli altri tipi di peperone e  ne permettono una facile e naturale disidratazione rendendolo adatto all'essicazione. Interessante è anche il contenuto di vitamina C del 30% maggiore rispetto alle più diffuse varietà commerciali di peperone. 

Il peperone di Senise IGP viene commercializzato come prodotto fresco oppure confezionato nelle  caratteristiche “serte” ed essiccato. Numerosi sono i piatti preparati che lo vedono protagonista ma, il più comune, è quello preparato con i peperoni essiccati, fritti velocemente in olio bollente, fino a diventare croccanti, chiamati nel dialetto locale "zafaran crusck". Parte della produzione secca viene destinata alla preparazione del peperone macinato ("zafaran pisat") usato da sempre per speziare salumi, formaggi e ogni tipo di minestra. La trasformazione in polvere del peperone ha origini lontanissime nel tempo, nacque come alternativa di conservazione a grandi quantità di prodotto fresco, difficile da commercializzare, e riutilizzo di bacche difettate non adatte alle serte, assurgendo da soluzione di ripiego a prodotto pregiato. Anche se testimonial di una cucina contadina, il peperone di Senise  viene presto apprezzato in tutta la Basilicata e negli anni ’20, grazie anche ai flussi migratori, approda in America con ricadute importanti sull'economia della comunità locale. Nel 1996 è stata riconosciuta la tipicità di questo prodotto con il conferimento da parte dell’UE della denominazione di Indicazione Geografica Protetta (IGP) Nel 1997 è stato costituito un Consorzio di produttori.

Durante la scorsa annata agraria l'ALSIA ha svolto una prima indagine epidemiologica sul peperone di Senise IGP, nell'ambito del progetto Fitoconsult (Consulenza fitosanitaria, Mis. 3-2.1 del PSR), a seguito di una richiesta di aziende produttrici aderenti al progetto, in collaborazione con il Consorzio di tutela. L'indagine, avviata in avanzata fase di vegetazione, ha riguardato le principali problematiche fitosanitarie della coltura in campo con particolare attenzione ai fitofagi ed agli agenti di malattie virali, mediante osservazioni visive, monitoraggio con trappole a feromoni e diagnostica di laboratorio su campioni. L’indagine è stata prevalentemente condotta su 3 campi, rappresentativi di altrettante zone di coltivazione, tra quelli dei membri del consorzio iscritti al programma Fitoconsult. In questi campi sono stati eseguiti monitoraggi periodici riguardanti le curve di volo di tre lepidotteri parassiti delle ortive nel periodo tra il 21 luglio ed il 14 ottobre 2021: l'Heliothis armigera (nottua gialla del pomodoro), la Spodoptera littoralis (nottua del cotone) e l'Ostrinia nubilalis (piralide del mais). Per i rilievi sono state utilizzate trappole adesive attivate con specifici attrattivi. Per la nottua del cotone sono stati utilizzati feromoni sessuali disponibili in commercio. Per la nottua gialla feromoni non commerciali gentilmente concessi dal prof. Germinara dell'Università di Foggia. Per la piralide del mais sono stati monitorati i tre ceppi E, Z ed EZ e la popolazione femminile con attrattivi ammoniacali.

I risultati hanno confermato, seppure con catture limitate a pochi individui, gli sfarfallamenti di tutte le specie monitorate, dal mese di luglio alla fine del mese di settembre (figure 1, 2, 3 e 4). E, per quanto riguarda la piralide, i feromoni utilizzati si sono rivelati attrattivi perlomeno per un’altra specie di lepidotteri. Negli stessi tre campi oggetto di monitoraggio sono state prelevate nel mese di settembre 10 piante intere con sintomatologia riconducibile ad infezione da fitoplasmi. Queste sono state analizzate dal prof. Camele dell'Università di Basilicata per la ricerca di fitoplasmi con esito negativo.

Successivamente, durante il mese di ottobre, sono stati prelevati ed analizzati dal Laboratorio Ufficiale - Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura – Centro Ricerche Metapontum Agrobios (ALSIA – CRMA) 100 campioni vegetali, provenienti rispettivamente da 10 campi di peperone di Senise IGP. Per ogni azienda coinvolta sono stati prelevati 8 campioni sintomatici e 2 asintomatici. Sono state svolte analisi diagnostiche di tipo immuno enzimatiche DAS-ELISA, per la ricerca di 7 virus tra quelli più diffusi tra le popolazioni di peperone in dettaglio:AMV, PepMV, PVY, TSWV, CMV, ToMV, TMV. È stato identificato un solo agente virale: il CMV (Virus del mosaico del cetriolo), endemico nella zona di coltivazione del peperone di Senise, trasmesso in maniera non persistente dagli afidi. Il CMV  è stato trovato in 30 campioni su 100, appartenenti a 6 aziende tra le 10 indagate. Dal punto di vista virologico, quindi, la situazione fitosanitaria è risultata positiva, con la presenza accertata di un solo virus (figura 5), non particolarmente dannoso per il peperone di Senise, soprattutto quando l’infezione avviene (ad opera degli afidi vettori) in fase avanzata di vegetazione.

L’esperienza condotta ha suscitato interesse, anche per le sinergie che possono crearsi tra associazioni di produttori (il Consorzio di tutela) e gli enti tecnici territoriali come l’ALSIA. Infatti, per la prossima campagna di coltivazione, saranno avviate delle azioni concordate per migliorare e monitorare la situazione fitosanitaria delle coltivazioni di peperone lungo l’intera filiera, a partire dal seme. Sarebbe inoltre opportuno caratterizzare i ceppi di Ostrinia nubilalis presenti nell’area, per un monitoraggio più efficace e mirato, inserire sistemi di cattura dei tripidi (trappole adesive gialle e azzurre) per identificare le specie presenti e, infine, monitorare l’arrivo degli afidi che, insieme ai tripidi, sono i principali agenti vettori di virus.

Dai monitoraggi effettuati non è stato possibile valutare l’entità delle popolazioni potenziali di parassiti presenti poichè i campi sono stati sottoposti a trattamenti fitosanitari ad “ampio spettro” in tutto il periodo dell'indagine. Gli stessi trattamenti, inoltre, eseguiti con i così detti “cannoni” (irroratrici ad alta pressione), hanno in diversi casi deposizionato trappole e feromoni, non consentendo di raccogliere i dati settimanali. E’ da considerare che l’uso dei cannoni in pieno campo sarà vietato dalla normativa per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari e, pertanto, sarà anche utile attivare azioni di dimostrazione dell’uso razionale delle barre irroratrici.

Tra i campi monitorati, alcuni presentavano piante con vegetazione lussureggiante e bacche insolitamente carnose, caratteristica che ne ha favorito il marciume in fase di essiccazione. Ciò che ha potuto provocare questo fenomeno è un eccesso di concimazioni azotate, che vanno quindi ridimensionate e razionalizzate, e un controllo non ottimale di agenti diretti o indiretti di marciumi batterici e fungini.

Alla luce dell’esperienza del primo anno, per il prosieguo del progetto FitoConsult, dovrebbe essere allestito un campo sperimentale per la divulgazione delle corrette pratiche agronomiche (piano di concimazione e degli interventi irrigui, piano dei trattamenti fitosanitari), in collaborazione con il Consorzio di tutela del Peperone di Senise IGP.

 

Gruppo di lavoro ALSIA: Francesco Cellini, Pasquale Grieco, Marcella Illiano, Vincenzo Lauria e Maria Giuseppina Morano, Giancarla Taddonio.

Attività realizzata nell'ambito del progetto FitoConsult finanziato con la Misura 2.1 del PSR 2014-2020.

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Agrifoglio n. 107 -  

Temi
IGP SeDI
Autori
Marcella Illiano

Funzionario ALSIA

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