Enzimi fungini per applicazioni industriali

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Uffici Alsia.

Oggetto di studio, nell’ambito di questa tematica, sono prevalentemente i funghi filamentosi appartenenti alla classe dei Basidiomiceti e Ascomiceti. In particolare la loro abilità nel secernere enzimi Perossidasi e Idrolasi che permettono loro di attaccare la biomassa lignocellulosica vegetale.

I funghi, assieme ad altri microrganismi, in natura, provvedono all’ importantissima funzione di degradazione delle sostanze organiche complesse e alla loro trasformazione in sostanze inorganiche quali H2O, CO2 e sali minerali che vengono così restituiti all’ambiente circostante andando ad alimentare il nuovo ciclo biologico naturale.

Essi presentano una potenziale fonte di enzimi industrialmente rilevante dal momento che costituiscono una soluzione più ecocompatibile rispetto ai reagenti chimici. L’introduzione di tali enzimi in vari processi industriali si traduce, dunque, in trasformazioni biotecnologiche più ecocompatibili.

La scelta del microrganismo e delle sue modalità di crescita per la produzione di questi enzimi candidati ad applicazioni di medie e grandi dimensioni è argomento di questo settore di Ricerca. La produzione enzimatica avviene attraverso il processo di fermentazione che può essere ottimizzata su un determinato substrato solido o in sommerso a seconda del microrganismo da studiare e a seconda dell’enzima da produrre.

Cellulasi, xilanasi, amilasi, laccasi e perossidasi fungine trovano largo impiego nell’industria alimentare, tessile, cartaria e nella produzione di detersivi. Altri campi di applicazione su cui è nello specifico impegnata questa Unità di Ricerca sono: l’impiego degli enzimi fungini nei processi di pretrattamento e idrolisi delle biomasse lignocellulosiche di scarto, come paglia di frumento ad esempio. Tale trattamento permette la liberazione degli zuccheri dalla componente legnosa, costituita da anelli aromatici e da lunghe catene di carbonio e idrogeno con legami molto forti che danno solidità alle fibre vegetali, al fine di rendere più efficiente la produzione di biocarburanti o biogas. Queste strutture chimiche sono molto simili a quelle di molti inquinanti esistenti e le laccasi, ad esempio, come altre ossido reduttasi da funghi, grazie alla loro aspecificità di substrato, vengono impiegate per la degradazione di un’ampia varietà di composti inquinanti quali pesticidi, erbicidi, diossine e idrocarburi policiclici aromatici. Oggetto di studio è la ricerca del ceppo di fungo più appropriato per il trattamento di ciascun tipo di contaminante.

     Dott.ssa Ivana Marino

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