L'estate 2022 è stata la più calda mai registrata in Europa

Le elaborazioni statistiche effettuate dal Servizio Agrometeorologico Lucano dell'ALSIA confermano il trend di incremento termico degli ultimi 20 anni

Data : Mon Jan 23 12:33:00 CET 2023

Gli ultimi otto anni sono stati i più caldi della storia meteorologica e il 2022 è uno di questi. A confermarlo sono le elaborazioni del progetto Copernicus.

A livello mondiale, in base alle elaborazioni ERA5, la temperatura media nel 2022 è stata di 0,3°C superiore al periodo di riferimento 1991-2020. L'Europa sud occidentale e la penisola antartica sono state tra le aree più calde del pianeta, con un surplus di oltre 2°C. Del resto, in Europa, l'estate 2022 è stata la più calda mai registrata, e lo scorso anno è stato il secondo anno più caldo di sempre, mentre a livello globale il 2022 si posiziona al quinto posto.

Per quanto riguarda la Basilicata, il 2022 sarà ricordato per essere stato un anno con una elevata siccità primaverile-estiva, in cui non sono mancati eventi temporaleschi e, soprattutto, piogge abbondanti a novembre. Pertanto, a livello regionale il 2022 può essere così sintetizzato:

  • inverno mite e per buona parte siccitoso;
  • primavera fresca, instabile e siccitosa;
  • estate molto calda e siccitosa con ondate numerose ondate di calore e temporali;
  • autunno caldo e molto piovoso in novembre.

In sintesi, l’anno 2022 è stato tra gli anni più caldi della storia, con il Mediterraneo tra le aree più calde d’Europa. Tuttavia, non vanno sottovalutate le elevate variabilità termiche e pluviometriche che nel corso dell’anno sono state registrate a livello locale. Infatti, la persistenza sul Mediterraneo dell’anticiclone nord africano durante il periodo autunnale e inizio inverno ha causato numerose ondate di caldo anomalo, facendo risalire la temperatura a livelli primaverili e, quindi, temere ad una ripresa vegetativa anticipata delle coltivazioni arboree. A ciò vanno aggiunti i numerosi temporali ma soprattutto gli eventi alluvionali che per fortuna non ha causato molti danni in Basilicata.

A livello regionale non dobbiamo dimenticare la preoccupante siccità primaverile-estiva e la modifica della distribuzione delle piogge durante l’anno. Infatti, la piovosità annuale è stata caratterizzata dai violenti temporali estivi e dalle abbondanti piogge di novembre, eventi questi che hanno ridotto fortemente la produttività delle coltivazioni tipiche dell’area mediterranea come gli agrumi, l’actinidia, le drupacee, l’olivo, le ortive primaverili e le colture cerealicole e foraggere.

Questa nota è la sintesi di un lavoro più ampio svolto dagli autori. CLICCA QUI per leggere l’articolo completo.

Emanuele Scalcione, Pietro Dichio, Giuseppe Fabrizio

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