Circa tremila aziende espositrici, 1.000 prodotti innovativi pronti per i mercati, oltre 70 mila operatori professionali attesi, di cui oltre il 10% provenienti da Stati Uniti d’America, America Latina, Europa, Medio Oriente e alcuni Paesi asiatici: apre con questi numeri CIBUS 2022, il Salone Internazionale dell'Alimentazione in corso a Parma dal 3 al 6 maggio 2022, organizzato da Fiere di Parma e Federalimentare.

In fiera, aperte anche l’Area Horeca the Hub, il Cibus Innovation Corner con cento nuovi prodotti selezionati da una giuria di esperti, e l’Innovation Hub, con Start Up innovative. In programma anche numerosi convegni a cui parteciperanno i rappresentanti di industria, agricoltura, distribuzione e del mondo politico. Ai top buyers italiani ed esteri è destinato poi il programma “Cibus destination”, visite guidate e percorsi tematici in fiera e sul territorio, dedicati a produzioni tipiche, territorialità, fuori casa e sostenibilità. Altra novità, il Cibus Food Saving, in cui i volontari di Banco Alimentare recupereranno i prodotti che le aziende espositrici, al termine della manifestazione, doneranno salvandoli dallo spreco. Il fuori salone “Cibus Off” si terrà nel centro di Parma con degustazioni, esposizioni e dibattiti.

"L'agroalimentare italiano, una eccellenza nel suo insieme con tante eccellenze al suo interno, è il traino dell'export del nostro Paese - ha dichiarato ai giornalisti il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, a margine del convegno d’apertura su "La responsabilità economica e sociale dell’agroalimentare italiano - Come continuare a garantire l’accesso al Cibo e al Lavoro durante e dopo le crisi, attraverso un nuovo modello di sviluppo sempre più sostenibile". Dopo il record di 52 miliardi dell'anno scorso - ha aggiunto - il trend non si arresta. Certo, con la guerra ancora in atto la situazione internazionale è difficile, specie per l'aumento del costo dell'energia. Il governo sta sostentendo i settori produttivi: il settore primario sta affrontando infatti una crisi ben più profonda di quella pandemica, che aveva visto comunque le imprese agricole sempre in produzione.Ora le aziende agricole non ricevono neanche quella parte dei prezzi al consumo: va sostenuto il produttore, specie per i maggiori costi di produzione".

"A differenza di quanto accaduto con la pandemia - ha detto ancora Patuanelli - siamo di fronte ad una crisi asimmetrica, in cui alcuni Paesi sono colpiti più di altri. Questo può generare difficoltà per la definizione di una politica comune, ed è proprio ora che l'Europa, ancora di più, deve stare assieme e trovare un agire comune".