Un valore del mercato "out of home" proiettato nel 2022 verso i 75 miliardi di euro, con una proiezione nel 2023 di oltre 80: sono queste le previsioni dell’Osservatorio Cibus su canale distributivo dell'Horeca (bar, ristoranti e affini) presentati al CIBUS 2022 - in corso a Parma dal 3 al 6 maggio - che ha allestito un'area “Horeca The Hub”, organizzata da Fiere di Parma in collaborazione con Dolcitalia, interamente dedicata al mondo dei consumi "fuori casa".

Il canale Horeca è assai rilevante per le aziende alimentari e, quando si è allentata la "morsa" della pandemia, ha ricominciato a crescere a tassi più elevati rispetto al retail, cioè alle vendite anche al dettaglio direttamente ai consumatori di beni o servizi. Un fenomeno dovuto anche alle consegne a domicilio, che fanno crescere le occasioni di consumo, portando a casa dei pasti preparati fuori casa.

Importante per le aziende appoggiarsi sulla distribuzione specializzata, che garantisce la capillarità distributiva e il servizio logistico agli oltre 130 mila punti di somministrazione in Italia e alle migliaia di catene presenti in tutto il mondo. E per favorire l’evoluzione del canale "out of home" appare indispensabile che il mondo del largo consumo e del food retail operi delle scelte strategiche basate sulle trasformazioni digitali già in atto nel mercato.

La conferma è arrivata in occasione del convegno “I vantaggi dell’innovazione digitale nell’out of home: personalizzazione e attenzione al food cost”, tenutosi al CIBUS 2022, organizzato in collaborazione con Jakala, compagnia specializzata nell’analisi del mercato attraverso un sistema di mappatura geografica disponibile a livello globale definito “Geo Intelligence”. Secondo Raffaele Cerchiaro, Senior Partner Jakala, “è fondamentale per i brand conoscere a fondo i propri consumatori, attuali e potenziali, utilizzando i dati micro-territoriali a loro disposizione”.

Nel corso della successiva tavola rotonda, alcune aziende di food retail di prodotti tipicamente italiani (principalmente pasta, pizza e vino), con sedi in Italia e all’estero, hanno portato le loro esperienze: sottolineato il forte impatto che il cambiamento della mobilità dei consumatori, soprattutto con lo smart working, ha avuto sulle loro attività, favorendo e accelerando il ricorso all’Information Technology, oltre che il ruolo strategico del "fuori casa" nell’export dell’agroalimentare italiano.