Al Museo della Siritide di Policoro la mostra "Le Tavole di Eraclea" continua

In esposizione anche documenti sulla Riforma fondiaria dell'Archivio storico dell'Alsia

I documenti dell'Archivio storico dell'Alsia esposti nella mostra

I documenti dell'Archivio storico dell'Alsia esposti nella mostra "Le tavole di Eraclea"

Data : Thu Jun 18 11:08:00 CEST 2020

Prosegue oltre il 7 Giugno 2020, la mostra Le Tavole di Eraclea. Tra Taranto e Roma, inaugurata lo scorso primo febbraio presso il Museo archeologico nazionale della Siritide di Policoro. La lunga chiusura imposta dall’emergenza Covid non ha consentito l’accesso ai visitatori che questa esposizione merita. Le sale del museo hanno riaperto al pubblico solo il 18 maggio scorso, più che opportuna dunque la scelta di prorogarne la durata.

La Direzione regionale Musei Basilicata, in collaborazione con il MANN, il MarTa e il Comune di Policoro, ha immaginato e realizzato l’esposizione con l’obiettivo di arricchire il programma culturale di Matera-Basilicata 2019 attraverso un importante appuntamento archeologico e, al contempo, per celebrare il 50° anniversario del museo della Siritide.

Il percorso immaginato dai curatori (Stephane Verger, Savino Gallo, Dimitrios Roubis e Gabriel Zuchtriegel) racconta la storia della polis di Eraclea dalla sua fondazione all’inizio del declino nel I sec. a.C, utilizzando come punto di partenza e di arrivo della narrazione le Tavole di Eraclea, poste concettualmente e fisicamente al centro dello spazio allestitivo.

Le due lastre bronzee presentano su un lato i testi scritti in greco relativi alla misurazione e all’affitto di terreni appartenenti a Dioniso e ad Atena (III sec. a.C.) e sul retro di una delle due un testo che raccoglie una serie di norme latine databili alla prima metà del I secolo a.C.

A conclusione del percorso espositivo, tra reperti archeologici conosciuti e inediti, si compie un lungo salto cronologico, arrivando a una stagione fondamentale per la storia del Metapontino, quella della riforma fondiaria degli anni Cinquanta del Novecento che rivoluzionò società, ambiente e territorio di un’area oppressa nel lungo periodo da gravi fattori frenanti come il predominio del latifondo, un profondo dissesto idrogeologico e la drammaticità della malaria.

Nello spazio dedicato alla riforma fondiaria si possono osservare mappe, progetti, piante e relazioni custodite nell’archivio dell’Alsia, oggi ospitato a Metaponto. Si tratta di un materiale, pressoché inedito, di grande impatto visivo ed emotivo, che permette di ricostruire il background su cui inciderà l’operato statale e il quadro d’attuazione della riforma in una zona periferica della provincia continentale del Mezzogiorno.

“La scelta di parlare di storia contemporanea in una mostra archeologica – spiega Eleonora Cesareo che ha curato questa sezione- è il naturale completamento di un percorso iniziato nel V secolo a.C. ancora in corso: con il loro programma di organizzazione e valorizzazione dei terreni le Tavole sembrano anticipare quanto sarebbe stato attuato duemila anni dopo, rendendo possibile la redenzione di una terra per secoli abbandonata a se stessa. Non solo: gli studi preparatori e gli interventi di trasformazione agraria su aree rimaste vergini per secoli hanno gettato le basi delle esplorazioni archeologiche della costa jonica, guidate dallo sguardo illuminato e lungimirante di Dinu Adamesteanu, padre dell’archeologia lucana e fondatore del museo della Siritide”.

M. Agata

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