2020, l'anno più caldo

Le elaborazioni statistiche effettuate dal Servizio Agrometeorologico Lucano dell'ALSIA confermano il trend di incremento termico degli ultimi 20 anni

Data : Wed Feb 10 11:17:00 CET 2021

Con +0.62°C, il 2020 è stato l’anno più caldo di sempre, rispetto alla media del periodo 1981-2010. Lo dimostrano le elaborazioni del progetto Copernicus, confermando il trend di crescita termico negli ultimi 20 anni. In aggiunta a questo, il riscaldamento non è stato spazialmente uniforme. In Italia, secondo l’ISAC-CNR, l'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale per le Ricerche, l’anomalia termica è stata di +0.96°C, con un forte contribuito della stagione invernale.

Per quanto riguarda la Basilicata, il 2020 sarà ricordato per essere stato l'anno con una elevata siccità invernale, con i numerosi temporali primaverili-estivi, e con l’autunno mite e siccitoso fino a metà novembre, poiché nei restanti giorni le piogge sono state più che abbondanti.

Pertanto, il 2020 può essere così sintetizzato:

  • inverno molto mite ed estremamente siccitoso;
  • primavera fresca e instabile, con numerosi temporali;
  • estate moderatamente calda, con ondate di aria fresca e temporali;
  • autunno caldo e molto siccitoso.

L’andamento meteorologico del trimestre invernale è stato caldo e asciutto, quindi poco favorevole all’agricoltura. I cerali, specie quelli seminati in ritardo, hanno sofferto la siccità mentre molte specie frutticole precoci sono fiorite in anticipo per le alte temperature di gennaio. Tuttavia è stata la scarsità di pioggia il fattore di maggiore preoccupazione: c’è da ricordare come al 29 febbraio 2020 negli invasi regionali mancassero oltre 150 milioni di m3 rispetto all’anno precedente.

Anche in primavera l’andamento meteorologico non è stato molto favorevole per la frutticoltura, a causa dei ritorni di freddo con danni da gelo alle primizie e alle ortive appena trapiantate. Per fortuna, le piogge di marzo e aprile interruppero il lungo periodo di siccità. Del clima mite ne hanno beneficiato le colture protette e la fragola in particolare, che prontamente ha recuperato gli arresti vegetativi delle ondate di freddo della stagione.

L’estate 2020 si è caratterizzata per alcune intense ondate di calore interrotte da giornate più fresche e con i temporali. L’autunno è stato mite e in buona parte siccitoso. La prevalenza di belle giornate ha agevolato le operazioni colturali (raccolta olive e vite, preparazione dei terreni, trapianto ortive etc.), anche se la siccità ha prolungato la stagione irrigua fino a metà novembre ma nello stesso tempo ha agevolato la difesa fitosanitaria delle colture. Dalla terza decade di novembre fino a gennaio l’instabilità meteorologica ha prevalso, soprattutto dal punto di vista pluviometrico. Tutta la regione è stata interessata da piogge estese ed abbondanti, con quantità decisamente superiori alla media stagionale. Pertanto, l’andamento meteorologico di questa prima parte d’inverno è da ritenersi positivo in quanto oltre a far registrare l’arrivo del freddo ha contribuito alla ricostituzione delle scorte idriche negli invasi regionali per la stagione 2021.

Le elaborazioni citate confermano il trend di crescita della temperatura e, di conseguenza, l’urgenza di indirizzare ancora di più le politiche agricole e ambientali dei paesi europei ad incentivare la produzione di energie alternative, ridurre le emissioni di gas serra, tutelare e diffondere la biodiversità, incentivare l’agricoltura biologica e ridurre l’impiego di materie plastiche, il tutto allo scopo di contenere l’aumento della temperatura dei prossimi anni entro 2°C.

Questa nota è la sintesi di un lavoro più ampio svolto dagli autori. CLICCA QUI per leggere l’articolo completo.

Emanuele Scalcione, Pietro Dichio, Giuseppe Fabrizio

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